Nel giorno della protesta dei rappresentanti dei movimenti ambientalisti
di Taranto contro il decreto Ilva, nella fabbrica si deve contare un
nuovo incidente. Un operaio è infatti rimasto ferito dopo che il mezzo
su cui era si è scontrato con un altro all'interno del perimetro
dell'azienda siderurgica. L'uomo sarebbe stato sbalzato fuori
dall'abitacolo e sarebbe rimasto schiacciato fra i due mezzi. Portato in
ospedale d'urgenza, non sarebbe in pericolo di vita. La prognosi è di
20 giorni.
LA MANIFESTAZIONE. I manifestanti hanno scelto di scendere in piazza con la Costituzione in mano: la manifestazione sotto il palazzo della Prefettura, nel centro della città, è stata organizzata per esprimere tutta la contrarietà dei movimenti ambientalizti al decreto legge varato dal governo venerdì scorso, firmato lunedì sera da Napolitano e che da metà mese affronterà il cammino di conversione parlamentare cominciando dalla Camera. Il decreto consente l'attività dell'Ilva ai fini della produzione e della bonifica dall'inquinamento e si applica anche agli stabilimenti industriali che, con più di duecento unità, abbiano valenza strategica nell'economia nazionale. Sin dalle prime notizie sul decreto, gli ambientalisti di Taranto hanno espresso il loro dissenso, che è via via cresciuto in questi giorni. I movimenti ritengono che il provvedimento del Governo violi sostanzialmente i principi costituzionali e per questo esprimono nuovo e pieno sostegno all'azione della magistratura. Oltre a manifestare sotto la Prefettura, e' previsto che una loro delegazione incontri il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, per la consegna di un documento. Un'altra manifestazione si terrà il 15 dicembre, sempre in opposizione al decreto.
MAGISTRATI PRONTI A OPPOSIZIONE DECRETO. Accanto all'opposizione degli ambientalisti nelle strade di Taranto, c'e' anche quella che, atti alla mano, si apprestano ad avanzare i magistrati tarantini nelle stanze di Palazzo di Giustizia. E' da fine luglio che l'inchiesta della Procura sull'Ilva di Taranto, accusata di disastro ambientale, è entrata in una fase cruciale. Prima col sequestro degli impianti dell'area a caldo senza facolta' d'uso disposta a luglio insieme ad alcuni arresti ai domiciliari, fra cui Emilio Riva presidente del gruppo industriale. Poi, da lunedì 26 novembre, col sequestro dei prodotti finiti che stavano per essere spediti (coils e lamiere) e ulteriori arresti, ma in carcere e non ai domiciliari, e fra questi Fabio Riva, vicepresidente del gruppo, figlio di Emilio, tuttora irreperibile.
SABELLI (ANM): CASO ILVA E' DELICATO. "Il caso Ilva è un caso estremamente delicato e complesso. Le polemiche riguardano soprattutto il rischio di conflitto tra poteri dello Stato ma io credo che il conflitto sia tra principi costituzionali, dal diritto alla salute al diritto all'occupazione. Sono anni che è noto il problema dell'inquinamento ambientale, sono anni che la magistratura fa indagini e che celebra processi e io penso che l'invito a rispettare la legge debba essere rivolto a chi la legge la viola e non certo alla magistratura". Lo ha detto il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli intervendo alla trasmissione 'Prima di tutto' su Radio1. "Credo che sia importante ricondurre il conflitto tra poteri all'ambito tecnico-processuale: veniamo da anni di conflitto anche aspri tra politica e magistratura ma credo che debba essere smorzato il valore politico di questi conflitti per ricondurli in un ambito tecnico giuridico" ha osservato. "Occorre creare le condizioni per un risanamento, per una bonifica degli impianti che avvenga nei termini migliori e soprattutto nei tempi più brevi possibili, perché è chiaro che questa situazione di inquinamento non si può protrarre - ha rilanciato -. Bisogna creare le condizioni per un produzione che assicuri l'occupazione ma anche che sia ecosostenibile. Bisogna realizzare le condizioni per un contemperamento. Purtroppo si è arrivati ad una situazione alla quale non si sarebbe dovuti arrivare e questo non certo per colpa della magistratura, come tra l'altro ha affermato lo stesso Presidente Monti".
LA MANIFESTAZIONE. I manifestanti hanno scelto di scendere in piazza con la Costituzione in mano: la manifestazione sotto il palazzo della Prefettura, nel centro della città, è stata organizzata per esprimere tutta la contrarietà dei movimenti ambientalizti al decreto legge varato dal governo venerdì scorso, firmato lunedì sera da Napolitano e che da metà mese affronterà il cammino di conversione parlamentare cominciando dalla Camera. Il decreto consente l'attività dell'Ilva ai fini della produzione e della bonifica dall'inquinamento e si applica anche agli stabilimenti industriali che, con più di duecento unità, abbiano valenza strategica nell'economia nazionale. Sin dalle prime notizie sul decreto, gli ambientalisti di Taranto hanno espresso il loro dissenso, che è via via cresciuto in questi giorni. I movimenti ritengono che il provvedimento del Governo violi sostanzialmente i principi costituzionali e per questo esprimono nuovo e pieno sostegno all'azione della magistratura. Oltre a manifestare sotto la Prefettura, e' previsto che una loro delegazione incontri il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, per la consegna di un documento. Un'altra manifestazione si terrà il 15 dicembre, sempre in opposizione al decreto.
MAGISTRATI PRONTI A OPPOSIZIONE DECRETO. Accanto all'opposizione degli ambientalisti nelle strade di Taranto, c'e' anche quella che, atti alla mano, si apprestano ad avanzare i magistrati tarantini nelle stanze di Palazzo di Giustizia. E' da fine luglio che l'inchiesta della Procura sull'Ilva di Taranto, accusata di disastro ambientale, è entrata in una fase cruciale. Prima col sequestro degli impianti dell'area a caldo senza facolta' d'uso disposta a luglio insieme ad alcuni arresti ai domiciliari, fra cui Emilio Riva presidente del gruppo industriale. Poi, da lunedì 26 novembre, col sequestro dei prodotti finiti che stavano per essere spediti (coils e lamiere) e ulteriori arresti, ma in carcere e non ai domiciliari, e fra questi Fabio Riva, vicepresidente del gruppo, figlio di Emilio, tuttora irreperibile.
SABELLI (ANM): CASO ILVA E' DELICATO. "Il caso Ilva è un caso estremamente delicato e complesso. Le polemiche riguardano soprattutto il rischio di conflitto tra poteri dello Stato ma io credo che il conflitto sia tra principi costituzionali, dal diritto alla salute al diritto all'occupazione. Sono anni che è noto il problema dell'inquinamento ambientale, sono anni che la magistratura fa indagini e che celebra processi e io penso che l'invito a rispettare la legge debba essere rivolto a chi la legge la viola e non certo alla magistratura". Lo ha detto il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli intervendo alla trasmissione 'Prima di tutto' su Radio1. "Credo che sia importante ricondurre il conflitto tra poteri all'ambito tecnico-processuale: veniamo da anni di conflitto anche aspri tra politica e magistratura ma credo che debba essere smorzato il valore politico di questi conflitti per ricondurli in un ambito tecnico giuridico" ha osservato. "Occorre creare le condizioni per un risanamento, per una bonifica degli impianti che avvenga nei termini migliori e soprattutto nei tempi più brevi possibili, perché è chiaro che questa situazione di inquinamento non si può protrarre - ha rilanciato -. Bisogna creare le condizioni per un produzione che assicuri l'occupazione ma anche che sia ecosostenibile. Bisogna realizzare le condizioni per un contemperamento. Purtroppo si è arrivati ad una situazione alla quale non si sarebbe dovuti arrivare e questo non certo per colpa della magistratura, come tra l'altro ha affermato lo stesso Presidente Monti".