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martedì 6 novembre 2012

TELEPERFORMANCE. I CALL-CENTER PAGANO LA CRISI

Call center terra di conquista. Lo avevano denunciato sindacati, lavoratori e forze politiche. Ora, alla vigilia dell’iniziativa indetta dalla Slc Cgil, l’esecutivo in programma oggi pomeriggio, allargato alle rappresentanze di Fistel Cisl e Ugl, il parlamentare tarantino Ludovico Vico (lo stesso che con l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano si fece promotore di una legge innovativa per il settore - ndr), insieme alla sua collega brindisina, Teresa Bellanova, presentano una interrogazione a risposta in commissione al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero.

«Chiediamo sostanzialmente - dice Vico - di interrompere la corsa al massacro per i call-center in outsourcing che a furia di rincorrere gli incentivi per le nuove assunzioni, il fondo sociale europeo e i contributi regionali, stanno precarizzando sempre di più i rapporti di lavoro e affidando ad operatori stranieri il servizio e il relativo trattamento di dati personali».

L’appello di Vico e Bellanova, insomma, punta a interrompere gli effetti negativi di una corsa al ribasso che mette in competizione call-center alla ricerca di lavoratori con costi sempre più bassi e sempre meno garanzie. «Tutto alla luce - spiega ancora Vico - di un clima di generale deregulation del settore, dove Almaviva Contact ha aperto le procedure di cassa integrazione straordinaria per 632 lavoratori di Roma e la multinazionale francese In&Out Teleperformance annuncia licenziamenti collettivi (ex legge 223 del 1991) per complessivi 785 dipendenti, di cui 164 collocati nella sede di Fiumicino (Roma) e 621 nella sede di Taranto.

«Occorre un incontro urgente (chiesto reiteratamente dalle segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom-Uil) e l’apertura di un tavolo di confronto serio in cui si chiarisca una volta per tutte la situazione del settore call-center in outsourcing - dicono Vico e Bellanova - e si dia anche attuazione al decreto legge del 2012 relativo all’obbligo da parte dei committenti di avvisare gli utenti se la chiamata e le informazioni vengono gestiti da call center ubicati all’estero oppure no».

E intanto nei giorni scorsi il segretario del sindacato Slc Cgil, Andrea Lumino, ha scritto al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a proposito della crisi a Teleperformance. «Mi permetta, caro ministro, di rubarle l’espressione: ha mai pensato - scrive Lumino - che magari oggi sono le aziende ad essere un po’ “choosy”, visto che vengono nei territori “sfigati” come il mio (in questo caso mi son permesso di prendere in prestito un aggettivo utilizzato tempo fa dal suo viceministro), alla ricerca, spesso quasi esclusiva, di incentivi pubblici e poi, una volta terminati, mettono migliaia di giovani in cassa integrazione continuando ad utilizzare soldi pubblici, per poi cercare qualche chilometro più in la, e ricominciare il giro? Non sarà per caso - aggiunge Lumino - che anche i dirigenti aziendali sono un po’ “choosy”, visto che si spartiscono migliaia di euro di bonus mentre aprono procedure di mobilità e lanciando sul lastrico migliaia di lavoratori? Sarà forse che il nostro Paese non è, a tutti gli effetti, normale?».

«Cara ministro, già che ci sono la informo - aggiunge Lumino - che la mia azienda, qualche giorno fa, ha aperto una ennesima procedura di mobilità per 621 lavoratori poco “choosy”, come ho cercato di dimostrarle, minacciando così una vera e propria ecatombe sociale a Taranto, visto il dramma che stiamo già vivendo con la questione Ilva e le migliaia di persone coinvolte. Ministro, capisce che viene subito, a me come a tutti i colleghi, una domanda: perché? Perché in questo Paese troppo spesso si parla di tutto meno che dei problemi reali delle persone, di noi giovani? E perché la colpa è sempre la nostra? Quale colpa abbiamo avuto? E’ possibile che non si riesca, una buona volta, a parlare del mondo del lavoro nel suo complesso, magari partendo da quegli imprenditori che poco hanno a che vedere con i capitani d’impresa ma, troppo spesso, si limitano a “vivacchiare” di incentivi pubblici?». «E’ fuori dai “saldi disponibili” il pensare, oggi, di costruirsi una famiglia, di avere un progetto di vita e di lavorare con dignità? Ministro Fornero, la prego - conclude il sindacalista della Slc Cgil -, non lasci i miei interrogativi inascoltati, venga a Taranto, attraversi i cancelli di Teleperformance, venga a raccontarci il perché dobbiamo essere noi a pagare questa crisi: vedrà la carne viva di questa crisi, vedrà i volti, vedrà le speranze tradite». Lumino ha quindi invitato la Fornero a Taranto, la quale ha letto la lettera. Il sindacalista ora è in attesa di una risposta.

[fulvio colucci]

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