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giovedì 8 novembre 2012

L'ILVA NON ASSUME NESSUNA RESPONSABILITA' SULL' A.I.A.

L'Ilva di Taranto non puo' assumere, in questo momento, un impegno sull'Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Per via degli impianti posti sotto sequestro e su cui non si puo' operare, ma soprattutto perche' le richieste della Procura della Repubblica di Taranto relative ''allo spegnimento'' sono ''incompatibili'' con le misure di adeguamento disposte per lo stabilimento. E' questo il senso del contenuto della lettera che l'azienda ha inviato al ministero dell'Ambiente in risposta al rilascio dell'Aia.

Il ministro Corrado Clini ha fatto intendere di voler fare chiarezza. Ed e' per questo che ha ''convocato l'Ilva a Roma per venerdi', per verificare insieme con loro il percorso che intendono seguire per rispettare quello che abbiamo prescritto''. Ma dalla lettera - su cui stanno ragionando i tecnici del dicastero di via Cristoforo Colombo - emerge che l'azienda ''non puo', allo stato, legittimamente formulare alcuna dichiarazione d'impegno, ne' elaborare un piano industriale, ne' delineare previsioni finanziare'' con ''gli impianti delle 'aree a caldo' sottoposti a sequestro preventivo''. Infatti secondo il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, che firma la missiva, l'azienda - pur dando la propria ''disponibilita', in linea di massima e tenuto conto'' degli impianti sotto sequestro, per ''l'applicazione'' dell'Aia - ''non ha la giuridica e materiale disponibilita' degli impianti e su essi non puo' operare alcun intervento manutentivo e modificativo''. Inoltre, scrive l'Ilva, ''le disposizioni impartite dalla Procura della Repubblica di Taranto impongono ai custodi, come unica misura necessaria alla eliminazione delle emissioni inquinanti, lo spegnimento di diverse parti degli impianti in sequestro (cokerie, altiforni, acciaierie)''. Una disposizione, questa, che e' ''in via di attuazione'' e che ''risulta incompatibile e in evidente contrasto con le attivita' disposte dall'Aia, e prescinde da qualsiasi volonta' o decisione dell'azienda''.

Per l'Ilva ''solo con la piena e completa disponibilita' dei beni si potra' elaborare un responsabile piano industriale, formulare una previsione finanziaria e avviare l'applicazione dell'Aia''; ed e' per questo che sara' presentato, ''prossimamente, all'Autorita' giudiziaria un'istanza per ottenere il dissequestro delle aree a caldo''. Procedure su cui, avvertono da Taranto, il ministero sara' informato ''per ogni conseguente iniziativa''.

In attesa dell'incontro di venerdi', le aspettative di Clini sul destino del siderurgico piu' grande d'Europa guardano pero' al futuro: ''Mi aspetto che raccolga questa sfida e che investa perche' e' anche il modo per crescere - spiega il ministro, ottimista anche su un riassorbimento per i 2.000 esuberi - Se l'Ilva si illude di poter continuare a produrre senza aggiornare le tecnologie si sbaglia - chiude Clini - se altri si illudono di poter vietare all'Ilva di investire nelle tecnologie innovative si sbagliano pure''.  
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