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venerdì 20 luglio 2012

RISANAMENTO PER IL RIONE TAMBURI?

E' pronto per essere attuato il piano di risanamento per il quartiere Tamburi di Taranto, rione popolare a ridosso della zona industriale della città ionica e dell’Ilva, il primo a sentire gli effetti pesanti dell’inquinamento. Il piano è stato illustrato oggi a Bari dall’assessore regionale alla qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, alla presenza di quello del comune di Taranto, Vincenzo Baio, e del direttore dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato.

Il piano si è reso necessario – è stato spiegato – perchè nel triennio 2009-2011 è stato superato il valore obiettivo di concentrazione per il Benzo(a)Pirene ed è stato oltrepassato il numero di superamenti ammissibili di concentrazione massima giornaliera per il PM10. “Superamenti – ha spiegato Nicastro - influenzati principalmente dalle sorgenti della zona industriale di Taranto e Statte. Si tratta della naturale conseguenza delle norme sul benzo(a)pirene di cui la Regione Puglia si è dotata ed a cui fanno seguito atti concreti di amministrazione attiva a tutela di salute, ambiente e sicurezza sul lavoro”.

Il rione Tamburi è quello per il quale il sindaco, Ippazio Stefano, due anni fa, nel giugno 2010, vietò ai bambini di giocare nelle aree verdi del quartiere, risultate contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. I dati sull'inquinamento che portarono all’ordinanza del sindaco – mai revocata – emergevano da una relazione tecnica commissionata dal Comune.

Il piano prevede la focalizzazione di alcune misure nei cosiddetti 'Wind Days', giorni di particolare criticità climatica che concentrano – secondo Arpa e Regione Puglia – gran parte dei problemi ambientali per quanto riguarda la qualità dell’aria.

Il piano – ha detto Assennato - prescrive in questi giorni di ridurre le operazioni di caricamento, sfornamento e spegnimento di un 10% dell’attività di cokeria Ilva mentre a tutte le attività industriali presenti nell’area e soggette ad Aia che presentano materiali polverulenti stoccati in aree esterne viene prescritto di ridurre la movimentazione dei materiali stoccati all’esterno, filmare o bagnare in maniera doppia rispetto al solito le materie prime, ridurre del 50% la velocità dei mezzi su pista all’interno degli stabilimenti e, infine, di ridurre del 10% il flusso di massa di emissioni in aria per gli inquinanti. Il piano prevede che le aziende provvedano alla completa copertura degli stoccaggi esistenti all’aperto”.

“In attesa che ciò avvenga – ha aggiunto Assennato – gli accumuli di materiale dovranno essere delocalizzati in zona lontana dal centro abitato e dalla strada che separa il rione tamburi dallo stabilimento Ilva o ridotti del 19% rispetto alla giacenza media del 2011 allo scopo di limitare l’altezza massima dei cumuli e la conseguente asportazione di polveri per l’azione del vento”.

All’entrata in vigore del piano le aziende dovranno presentare una relazione tecnica, la cui validità sarà esaminata da Arpa Puglia, che descriva le modalità di adeguamento entro un termine specificato. Ulteriori interventi - è stato spiegato – sono previsti sulla circolazione dei veicoli pesanti nell’area: a quelli superiori ai 35 q.li, di tipo Euro 0, 1 e 2 sarà interdetta la circolazione all’interno del quartiere Tamburi, ad eccezione dei mezzi pubblici o di pubblica utilità che dovranno garantire servizio durante le ore notturne.

Previste misure anche per le emissioni relative alle attività portuali per la cui riduzione si è auspicata l'elettrificazione delle banchine per il funzionamento dei sistemi a navi ferme. Gli effetti del Piano saranno monitorati.

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