La Cgil di Taranto e il sindacato dei metalmeccanici difendono il lavoro
e avanzano proposte concrete per migliorare l’impatto ambientale dello
stabilimento siderurgico dell’Ilva a Taranto. La riapertura del
procedimento dell’Autorizzazione integrata ambientale, voluta dal
ministro Corrado Clini e dal presidente della Regione Nichi Vendola, è
l’occasione che offre alla Cgil la possibilità di illustrare soluzioni
messe a disposizione dalla tecnologia e adoperate in altri impianti
simili a quello tarantino. In particolare sono due i punti critici sui
quali intervenire, la dispersione di polveri dai parchi minerali e le
emissioni fuggitive. La prima si può efficacemente contrastare con il
metodo dei dry fog, cannoni che sparano acqua polverizzata da getti
d’aria delle stesse dimensioni dei granuli di polvere che si disperdono,
efficaci soprattutto se si sparano nelle fasi in cui il minerale viene
movimentato, dalla stiva delle navi ai nastri trasportatori.
Per le emissioni dei fumi c’è l’impiego di filtri a manica e il risultato può essere migliorato ulteriormente se parte dell’agglomerato si sostituisce con minerale preridotto. «Facciamo queste proposte — ha detto Luigi D’Isabella, segretario generale della Cgil — perché vogliamo ambientalizzare un settore che ha ancora un futuro ed è competitivo. Condividiamo la riapertura dell’Aia perché le normative europee individuano nuove bat che bisogna utilizzare e non condividiamo le azioni dell’Ilva. I nostri sindacalisti in fabbrica devono diventare le sentinelle dell’ambiente». È stato poi l’ingegner Domenico Capodilupo, trent’anni di lavoro alle acciaierie di Terni, a illustrare i sistemi per migliorare l’impatto ambientale e a ritenere in parte insufficienti quelli adottati finora dall’azienda. Il nuovo segretario generale della Fiom, Donato Stefanelli, ha annunciato un convegno di livello nazionale, entro la fine di luglio, sull’ambientalizzazione dello stabilimento siderurgico.
Per le emissioni dei fumi c’è l’impiego di filtri a manica e il risultato può essere migliorato ulteriormente se parte dell’agglomerato si sostituisce con minerale preridotto. «Facciamo queste proposte — ha detto Luigi D’Isabella, segretario generale della Cgil — perché vogliamo ambientalizzare un settore che ha ancora un futuro ed è competitivo. Condividiamo la riapertura dell’Aia perché le normative europee individuano nuove bat che bisogna utilizzare e non condividiamo le azioni dell’Ilva. I nostri sindacalisti in fabbrica devono diventare le sentinelle dell’ambiente». È stato poi l’ingegner Domenico Capodilupo, trent’anni di lavoro alle acciaierie di Terni, a illustrare i sistemi per migliorare l’impatto ambientale e a ritenere in parte insufficienti quelli adottati finora dall’azienda. Il nuovo segretario generale della Fiom, Donato Stefanelli, ha annunciato un convegno di livello nazionale, entro la fine di luglio, sull’ambientalizzazione dello stabilimento siderurgico.