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mercoledì 16 maggio 2012

TARANTO ED EQUITALIA


L'ipoteca sulla vita. Ci sono aziende dell'appalto Ilva che hanno debiti per milioni di euro. Ballano cifre spaventose. Storie dimenticate di una città- fantasma. «Il tessuto sociale risente della crisi dell'acciaio e quindi anche l'indotto Ilva è in sofferenza. Dal punto di vista fiscale ci sono imprenditori che hanno accumulato arretrati per il versamento dell'Irpef e il versamento delle imposte sulle società. Quando un'impresa va in sofferenza, gli importi sono rilevanti, anche con cifre a nove zeri». 
Fernando Pro, direttore dell'agenzia Equitalia di Taranto, ha un osservatorio privilegiato per leggere gli effetti della crisi, che sono devastanti. «Ci rendiamo conto - osserva Pro - che la comprensione nei confronti di queste persone deve essere massima perchè non abbiamo di fronte soltanto l'imprenditore, ci sono i dipendenti e le loro famiglie che bisogna comunque salvaguardare. Comprensione significa offrire all'imprenditore tutte le possibilità per risolvere il suo problema. Per questo agiamo anche da intermediari tra i contribuenti e i principali enti impositori, come l'Agenzia delle entrate e l'Inps, per cercare in forma combinata una soluzione al problema». 

La tensione attorno a Equitalia resta ancora alta. Non si contano le aggressioni e le minacce contro l’agenzia di riscossione dei tributi da parte di gente disperata. «Sulla nostra struttura - spiega Pro - viene scaricata in maniera irresponsabile la colpa di gesti estremi che hanno invece origini diverse. I suicidi non sono dovuti alle cartelle esattoriali, per quelle invece c'è una soluzione. I suicidi sono dettati da altre motivazioni veramente importanti, da destabilizzazione sociale». 
Pochi minuti prima di accoglierci nel suo ufficio, il direttore ha ricevuto una telefonata da parte di un contribuente che manifestava intenti autolesionistici. «L'ho invitato - racconta Pro - nella nostra sede per discutere serenamente della sua situazione. Equitalia è l’ultimo dei suoi problemi e possiamo risolverlo prevedendo una forma di rateazione minima». 

Direttore, ma in questo periodo temete per la vostra incolumità fisica? I dipendenti vi hanno manifestato preoccupazione per quello che è accaduto in altre realtà con bombe e attentati? «La nostra struttura in questo momento viene messa sotto una lente d'ingrandimento negativa, per cui ci sentiamo partecipi di questa sensazione di attacco e di timore verso le nostre agenzie. Tuttavia, veniamo a lavorare con tutta la serenità di questo mondo cercando di superare questo momento difficile. Per superarlo il nostro impegno è rivolto alla soluzione delle problematiche. Primo obiettivo che ci prefiggiamo è quello di ascoltare la gente, le problematiche che in questo momento di crisi nazionale investono le piccole e le grandi economie, nessuno escluso. Il disagio va dal pensionato al grande imprenditore, ognuno ha un problema relativo e rapportato alle proprie condizioni».

Miracoli non se ne possono fare. Allora, cosa proponete? «Dopo aver ascoltato il contribuente, cerchiamo insieme una soluzione che può essere rappresentata da una forma di pagamento nel tempo. Equitalia accetta rateazioni senza alcun tipo di garanzia. Uno sforzo in più è stato fatto recentemente con l'introduzione della rata crescente. Si cerca di far superare il momento di crisi con una rata minima in attesa di tempi migliori. Questa è una agevolazione molto richiesta da parte dei contribuenti». 

Registrate casi di contribuenti che urlano e manifestano lo loro insofferenza quando si presentano agli sportelli? «Capitano, ma non in maniera frequente. In quei casi cerchiamo di comporre sempre qualsiasi discussione comprendendo il clima esasperato in cui si trova il contribuente. Il nostro sforzo è quello di prestare tutta l'assistenza necessaria per far comprendere il ruolo di Equitalia e offrire tutti gli espedienti e i rimedi possibili per la risoluzione dei problemi».

Quale invito rivolgete ai cittadini che identificano Equitalia come l’inflessibile esattore che ti svuota il conto in banca? «È facile individuare in Equitalia il responsabile delle azioni messe in atto, ma così decisamente non è. Equitalia è un'agenzia di riscossione che applica le leggi e le disposizioni statali. Non applicarle significherebbe incorrere nel reato di omissioni in atti d'ufficio. Per ogni problema il nostro motto è: incontriamoci e risolviamo. Dietro le cartelle esattoriali non ci sono mercenari, ma persone che lavorano e pagano le tasse»
GIACOMO RIZZO

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