La Cementir, uno degli inceneritori già esistenti
A Taranto è in arrivo un altro inceneritore di rifiuti. È il quarto su cinque autorizzati in Puglia. Un record. Con la determina del 13 gennaio 2012, pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Puglia il 9 febbraio, si autorizza la costruzione di un inceneritore di rifiuti pericolosi e non pericolosi nella zona industriale, con capacità di smaltimento di 8.500 tonnellate l’anno, oltre a un impianto di stoccaggio. L’azienda che lo realizzerà è la Ecodi srl con sede legale in contrada Santa Chiara, nella zona industriale tarantina, che aveva richiesto le autorizzazioni il 21 ottobre 2010.
La determinazione esecutiva è firmata dal dirigente servizio ecologia della Regione Puglia, Antonio Antonicelli, che ne dichiara la conformità con il Piano di gestione dei rifiuti della Puglia, e dalla funzionaria del comitato regionale di Via (valutazione di impatto ambientale), Carmen Mafrica. Comune e Provincia di Taranto, che avevano potere di esprimere parere, anche negativo, al progetto, entro il 21 dicembre 2011, nonostante fossero stati sollecitati, hanno taciuto e così la Ecodi realizzerà l’impianto, che affiancherà un forno già esistente dell’azienda, e potrà bruciare rifiuti ospedalieri e sanitari in genere, ma anche urbani, derivanti da attività commerciali, da raccolta differenziata, scarti alimentari o prodotti agricoli. Il nuovo inceneritore sarà ubicato tra la raffineria di Taranto Eni e l’acciaieria Ilva, a poco più di un chilometro dal rione Tamburi e dall’inceneritore pubblico di proprietà dell'Amiu, ancor meno dal cementificio Cementir autorizzato a bruciare cdr, e a qualche chilometro dall’Appia Energy di Massafra, inceneritore Cisa, che ha già inoltrato la richiesta per raddoppiare le sue linee.