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sabato 14 gennaio 2012

10MILA REPERTI NEL CASTELLO ARAGONESE


L'interno del Castello
L'interno del Castello
TARANTO - Saranno i giovani archeologi della cooperativa Ethra a catalogare e inventariare il materiale del castello aragonese ritrovato durante la campagna di scavi del 2010. Un’operazione utile e necessaria per tutelare circa diecimila pezzi e per consentirne, in seguito, l’esposizione al pubblico. Il Comune di Taranto ha deciso di sostenere l’iniziativa con ventimila euro destinati a pagare lo studio e l’inventario del materiale archeologico e il compenso a otto archeologi i quali, fino ad oggi, hanno lavorato volontariamente e gratuitamente negli scavi insieme con l’ammiraglio Francesco Ricci e i suoi uomini e sotto la guida della Soprintendenza. Il castello aragonese è diventato un sito di importanza nazionale sia per il numero di visitatori, che nel 2011 sono stati circa 60 mila, che per il valore scientifico dei ritrovamenti. I giovani studiosi hanno presentato un progetto all’amministrazione comunale per classificare e farne l’inventario dei reperti provenienti dagli scavi delle ex cucine del Castello nei tre anni dal 2008 al 2010. Si tratta di diecimila pezzi che saranno utilizzati anche per uno studio comparato e complessivo della sequenza stratigrafica. Gli scavi hanno portato alla luce parte delle strutture riferibili all’Acropoli di Taranto di età greca. In aggiunta, la cooperativa Ethra farà lo stesso tipo di lavoro anche sui reperti già esposti nelle bacheche collocate nel Castello derivate dalle precedenti campagne.
Costituita nel settembre del 2007 da nove giovani operatori nel settore dei beni culturali con l’obiettivo di rendere fruibili le bellezze archeologiche, artistiche, architettoniche e ambientali del territorio tarantino, la cooperativa con questo progetto intende mettere a disposizione le proprie competenze e le esperienze maturate negli ultimi tre anni di volontariato negli scavi del castello aragonese. Il nome della cooperativa che si occuperà della catalogazione è un omaggio alla figura mitologica di Ethra, moglie di Falanto, la cui figura è fortemente legata alla fondazione di Taranto nelle vicinanze di Saturo, località ancora esistente a pochi chilometri da Taranto. Gli archeologi della cooperativa prepareranno una scheda tecnica che elencherà le caratteristiche, le misure, la provenienza e la datazione dei reperti, foto e disegni, tutto materiale che confluirà nel catalogo informatico dell’istituto centrale (Iccd) del ministero ai beni culturali. Fare l’inventario permette la corretta identificazione e custodia del reperto che così diventerà materia di esposizione al pubblico e oggetto di studio scientifico a disposizione di studenti universitari e tesisti. Il progetto è un nuovo passo in avanti per la valorizzazione dei beni archeologici tarantini e del castello aragonese la cui centralità nella cultura locale, e non solo, è ormai riconosciuta da tutti gli studiosi. L’interesse suscitato come sito archeologico è dimostrato dal crescente numero di visitatori aumentati dell’ottanta per cento da un anno all’altro.
Cesare Bechis

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