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martedì 14 giugno 2011

L'ARBITRO CHE LAVORA ALLO STANLEYBET


Mentre la giustizia sportiva punta su una soluzione immediata per lo scandalo del calcio-scommesse (il 10 agosto sono previste le sentenze, in tempo per salvare i calendari), emergono altri particolari inquietanti dagli interrogatori degli uomini implicati nella vicenda. Ne parla Giuliano Foschini su Repubblica:
Con “Beppe Nazionale” c’erano, infatti, due signori asiatici. Che furono fatti entrare solo dopo qualche insistenza. Per il resto, si sa solo che Signori assistette alla partitella dall’ufficio di Maurizio Setti e che poi senza spiegare in alcun modo la sua presenza, se ne andò lasciando nell’aria molte domande. Prima su tutte, chi erano quei due signori asiatici? Consultato a un mese e mezzo di distanza, il Bologna Calcio non aiuta a risolvere i dubbi: «Non ne abbiamo la minima idea — dice un portavoce — Quando abbiamo chiesto a Signori chi fossero ci ha risposto che si trattava di una troupe giornalistica ». Consultati i registri della società, però, non c’è traccia di nessun accredito: quei due signori asiatici entrati in un ritiro blindato di una squadra di serie A sono due fantasmi. «Fu una specie di improvvisata, quella di Signori. E, a oggi — continua il portavoce — non abbiamo alcun elemento che confermi o che smentisca la versione data quel giorno da Signori ».

Una versione che probabilmente verrà ripetuta anche nei prossimi giorni, quando la polizia di Cremona — alle prese con l’avvio della famosa Fase 2 dell’inchiesta — chiederà conto di quella visita all’ex centravanti:
Il quale è accusato di essere il contatto con gli allibratori asiatici di Singapore attraverso cui gli scommettitori potevano giocare cifre enormi aggirando i divieti vigenti in Italia. Contemporaneamente, il procuratore capo Di Martino, chiuderà definitivamente la Fase 1: che ieri ha conosciuto un passaggio fondamentale con la consegna delle chiavi del materiale sin qui recuperato al procuratore sportivo Stefano Palazzi. L’uomo della Figc ha preso in consegna tutti i documenti, se li è lasciati illustrare e nei prossimi giorni inizierà le proprie indagini, che poi non sono altro che una sorta di traduzione dal diritto penale a quello sportivo delle carte già note.
Alle quali nelle ultime ore si sono aggiunte quelle che raccontano un dettaglio surreale:
riguarda Claudio Gavillucci, un arbitro di Latina che fino al primo giugno, giorno della retata, lavorava per l’agenzia di scommesse Stanleybet, di cui Massimo Erodiani, uno degli arrestati era concessionario. La Stanleybet aveva avvisato via lettera l’Associazione arbitri di un possibile conflitto di interessi, ma l’Aia non ha fatto nulla. E così Gavillucci ha potuto continuare ad arbitrare anche quest’anno. Come accaduto per Cremonese- Spezia (2-0), la prima delle 18 gare sospettate dalla procura.


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