di Francesco Casula
Le gare di aggiudicazione delle statue e dei simboli della Settimana Santa si svolgeranno sabato 16 marzo e non più la sera della Domenica delle Palme. È questo il primo cambiamento voluto dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, al termine dell’incontro con i vertici delle confraternite del Carmine e dell’Addolorata. Nell’incontro, l’arcivescovo, oltre ad accogliere «la piena disponibilità dei vertici delle confraternite per quanto già detto nel messaggio di Quaresima, così da confermare loro stima e fiducia per l’operato svolto», si legge in una nota, ha ribadito «ulteriormente la bellezza e l’importanza che i Riti della Settimana Santa» spiegando che «mentre si avvia una profonda e rigorosa riflessione cominciamo con questo passo», cioè «dal preservare il giorno delle Palme, giorno dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, domenica della Passione del Signore, giorno per eccellenza dedicato alla famiglia, da qualsiasi distrazione che possa turbare la sobrietà e l’inizio piu intenso della Settimana Santa».
Le «gare» quindi non si toccano. Almeno per il momento. Perché l’arcivescovo Santoro ha anche disposto che, dopo Pasqua, le confraternite della provincia di Taranto «che hanno la medesima consuetudine dell’aggiudicazione dei simboli, eleggano dei loro rappresentanti al fine di partecipare ad una commissione istituita allo scopo di riflettere su questa prassi». Qualcosa potrebbe ancora cambiare? Non è escluso. Perché se per quest’anno i confratelli potranno fare le offerte per le aggiudicazione dei simboli con lo stesso metodo che si ripete da ormai da tantissimi anni, lo stesso potrebbe non avvenire in futuro. Inoltre l’ulteriore novità introdotta da monsignor Santoro è che ogni anno la commissione indichi un obiettivo di carità da realizzare con parte dei proventi delle offerte per l’aggiudicazione dei simboli.
Insomma la Settimana Santa si apre ancora di più alle realtà della provincia bisognose di attenzione. Un aspetto tuttavia a cui le confraternite sono già particolarmente legate come spiegato dallo stesso monsignor Santoro che nella nota ha chiarito che devono essere «rispettate al contempo le finalità del mantenimento e della conservazione dei Riti, le finalità caritative delle singole confraternite, che rimangono conclamate e meritevoli da anni, e che nello stesso tempo si rivedano le modalità perché sia preservato il senso evangelico di un’espressione di fede, allontanando ogni forma riconducibile ad un mero atto commerciale pur salvaguardando il valore dell’offerta e del sacrificio».
La tradizione, ad ogni modo, cambia. «Il vescovo Santoro - ha commentato alla “Gazzetta” il priore dell’Addolorata Antonio Liuzzi che ha partecipato all’incontro insieme al padre spirituale monsignor Cosimo Quaranta e agli omologhi del Carmine, Antonello Papalia e monsignor Marco Gerardo - ha spiegato le motivazioni della decisione e ovviamente non abbiamo nulla de eccepire. Certo, eravamo legati da secoli alla tradizione della Domenica delle Palme, ma se questo restituisce il totale senso religioso a quel giorno importante noi siamo pienamente d’accordo». La decisione, tuttavia, è destinata a far discutere: in tanti, quel giorno, saranno impegnati a lavorare o, residenti fuori Taranto, non potranno partecipare a un momento molto sentito.
Le gare di aggiudicazione delle statue e dei simboli della Settimana Santa si svolgeranno sabato 16 marzo e non più la sera della Domenica delle Palme. È questo il primo cambiamento voluto dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, al termine dell’incontro con i vertici delle confraternite del Carmine e dell’Addolorata. Nell’incontro, l’arcivescovo, oltre ad accogliere «la piena disponibilità dei vertici delle confraternite per quanto già detto nel messaggio di Quaresima, così da confermare loro stima e fiducia per l’operato svolto», si legge in una nota, ha ribadito «ulteriormente la bellezza e l’importanza che i Riti della Settimana Santa» spiegando che «mentre si avvia una profonda e rigorosa riflessione cominciamo con questo passo», cioè «dal preservare il giorno delle Palme, giorno dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, domenica della Passione del Signore, giorno per eccellenza dedicato alla famiglia, da qualsiasi distrazione che possa turbare la sobrietà e l’inizio piu intenso della Settimana Santa».
Le «gare» quindi non si toccano. Almeno per il momento. Perché l’arcivescovo Santoro ha anche disposto che, dopo Pasqua, le confraternite della provincia di Taranto «che hanno la medesima consuetudine dell’aggiudicazione dei simboli, eleggano dei loro rappresentanti al fine di partecipare ad una commissione istituita allo scopo di riflettere su questa prassi». Qualcosa potrebbe ancora cambiare? Non è escluso. Perché se per quest’anno i confratelli potranno fare le offerte per le aggiudicazione dei simboli con lo stesso metodo che si ripete da ormai da tantissimi anni, lo stesso potrebbe non avvenire in futuro. Inoltre l’ulteriore novità introdotta da monsignor Santoro è che ogni anno la commissione indichi un obiettivo di carità da realizzare con parte dei proventi delle offerte per l’aggiudicazione dei simboli.
Insomma la Settimana Santa si apre ancora di più alle realtà della provincia bisognose di attenzione. Un aspetto tuttavia a cui le confraternite sono già particolarmente legate come spiegato dallo stesso monsignor Santoro che nella nota ha chiarito che devono essere «rispettate al contempo le finalità del mantenimento e della conservazione dei Riti, le finalità caritative delle singole confraternite, che rimangono conclamate e meritevoli da anni, e che nello stesso tempo si rivedano le modalità perché sia preservato il senso evangelico di un’espressione di fede, allontanando ogni forma riconducibile ad un mero atto commerciale pur salvaguardando il valore dell’offerta e del sacrificio».
La tradizione, ad ogni modo, cambia. «Il vescovo Santoro - ha commentato alla “Gazzetta” il priore dell’Addolorata Antonio Liuzzi che ha partecipato all’incontro insieme al padre spirituale monsignor Cosimo Quaranta e agli omologhi del Carmine, Antonello Papalia e monsignor Marco Gerardo - ha spiegato le motivazioni della decisione e ovviamente non abbiamo nulla de eccepire. Certo, eravamo legati da secoli alla tradizione della Domenica delle Palme, ma se questo restituisce il totale senso religioso a quel giorno importante noi siamo pienamente d’accordo». La decisione, tuttavia, è destinata a far discutere: in tanti, quel giorno, saranno impegnati a lavorare o, residenti fuori Taranto, non potranno partecipare a un momento molto sentito.