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sabato 22 giugno 2013

IL PADRE DI CARMELA CIRELLA. "CHIEDIAMO IL MASSIMO DELLA PENA PER I COLPEVOLI"

"Le attuali pene previste per questo tipo di reato (8-9 anni ndr) non ci soddisfano. Per questo stiamo raccogliendo le firme per un loro inasprimento. Tuttavia chiediamo il massimo previsto dalla legge". Lo dice all'Adnkronos Alfonso Frassanito, il padre adottivo di Carmela Cirella, la ragazzina 13enne che il 15 aprile del 2007 si suicido' gettandosi dal settimo piano di un palazzo al quartiere Paolo VI di Taranto dove si era recata in visita a casa di amici insieme ai genitori.
Oggi si e' svolta l'udienza davanti al Tribunale collegiale di Taranto del processo per le ripetute violenze subite dalla ragazzina. Gli imputati sono tre uomini, un 27enne di Acireale e un 29enne di Siracusa, venditori ambulanti, e un 58enne di Taranto.
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In aula ha deposto, citato come testimone dall'accusa, uno dei due uomini, all'epoca minorenni, accusati anche loro di aver violentato la ragazzina e gia' condannati in passato a pene lievi (hanno ottenuto il beneficio della messa alla prova). All'epoca Carmela si sarebbe rivolta a lui per avere aiuto dopo avere subito le prime violenze ma, al contrario, il giovane all'epoca 17enne ne avrebbe approfittato. Il giovane ha descritto Carmela come la sua fidanzata. Sentito dai giudici ha detto che la ragazzina si sarebbe rivolta a lui per sfuggire a presunte molestie da parte del padre adottivo, che preannuncia "querela per falsa testimonianza e diffamazione. Non aveva mai fatto neanche al suo processo queste accuse - aggiunge - ora le tira fuori. Del resto e stato ritenuto inattendibile dal pm", sottolinea Frassanito.

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