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venerdì 21 marzo 2014

ANNI SESSANTA. L'ARRIVO DEL CHA CHA CHA IN ITALIA

Nel 1961, mentre l'Italia compie i suoi primi cento anni di unità nazionale, il Paese si avvia ad attraversare un lungo periodo di relativo benessere sociale: il boom economico. Con la fine della seconda guerra mondiale, la giovane Repubblica italiana è praticamente messa in ginocchio dalle orribili atrocità naziste, dai bombardamenti anglo-americani e senza prospettive future. L’economia è agricola, c’è molta arretratezza, miseria e povertà. La società italiana sembra essere ripiombata ai primi anni del Novecento. Grazie anche agli aiuti economici americani (vedi Piano Marshall), l’Italia incomincia, però, a scoprire per la prima volta il benessere e con esso l'abitudine a nuovi consumi. Gli italiani vivono un vero e proprio “miracolo economico”. Frigoriferi, lavatrici, radio, televisori non sono più apparecchiature aliene. La società italiana si è avviata verso una definitiva “modernizzazione”, anche sul fronte del tempo libero. Gli svaghi, infatti, aumentano e con essi la voglia di divertirsi. E’ quello che diceva l’economista Bergson, a proposito della “funzione del benessere sociale” : “…l’obiettivo di costruire una scala di preferenze per l’intera collettività a partire dalle preferenze individuali..”  E le nuove mode predilette degli italiani dilagano. Il "twist", "Let's twist again" di Peppino di Capri e "guarda come dondolo"di Edoardo Vianello, diventano le canzoni e balli simbolo dei giovani. In questo frenetico ed euforico clima di evasione, sul ballo fa perno una nuova “socialita”, laddove il chachacha, inventato dal compositore Enrique Jorrìn nel 1951, assurge a simbolo di un epoca. Allegro e sensuale, semplice nei suoi passi onomatopeici, il ballo cubano diviene metafora di un’età consacrata anche dalla famosa pellicola di Federico Fellini: la dolce vita. Con un ritmo quasi simile a quello di un mambo lento, i ballerini cubani cominciano a danzarlo con un triplo movimento dei fianchi. E’ nata una nuova moda coreutica. Da Celentano a Morandi, da Vianello a Mina il chachacha arriva in Italia per essere adottato dalla maggior parte dei cantanti e musicisti italiani. Anche le pellicole cinematografiche notano la bellezza del ballo caraibico, basti pensare all’interpretazione dell’attrice francese Estella Blain in Totòtruffa.
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Insomma  il chachacha è tra i primi ritmi di provenienza afro-cubana a godere di maggiore popolarità in Italia. Ma c’è da fare i conti con le calde stagioni del '68. Sul finire degli anni sessanta, in effetti, le difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro incominciano a rendersi sempre meno certe. Ci si rende conto che per inserirsi nella società italiana adesso spesso bisogna fare delle rinunce. Dal tempo libero ai principi d' uguaglianza, nuovi cambiamenti mettono in discussione quasi un decennio di benessere nazionale. Non si può stare al passo con la storia, questo vale anche per il chachacha che vedrà un declino a favore di altri nuovi balli e di altre nuove storie nell’Italia che verrà.


MASSIMILIANO RASO

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