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giovedì 21 luglio 2011

TARANTO TRISTEMENTE CAPITALE DEI TUMORI


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Vincenzo Carriero
IL CASO. Presentato a Palazzo di Città il nuovo Registro Tumori. I dati elaborati dalla Asl locale fino al 2006 evidenziano il triste primato del capoluogo ionico. L’allarme del sindaco Stefàno.
A Taranto ci si ammala di tumore più che nel resto del Sud Italia. È quanto si evince dalla lettura analitica dei dati elaborati dalla locale Asl relativi al 2006 e resi noti nell’ambito della presentazione del Registro Tumori, avvenuta a Palazzo di Città. I casi accertati nel periodo in esame sono stati 2802: 1555 hanno riguardato la popolazione maschile e 1247 quella femminile. Vanno, altresì, aggiunti altri 501 casi di tumori alla cute, per un totale di 3303 ammalati. Gli uomini, secondo i dati dell’Asl, vengono più colpiti dai tumori alla prostata, al polmone, alla vescica, al colon retto, al fegato, allo stomaco e al pancreas. Per le donne è ricorrente il tumore alla mammella, al colon retto, alla tiroide, all’encefalo, all’utero e al collo dell’utero.

In termini statistici, il tasso standardizzato di malati accertati è pari al 433,4 per gli uomini e 318,00 per le donne. Nel resto del Mezzogiorno questa stessa grandezza diviene di 408,0 per gli uomini e 267,1 per le donne. Entro il 2012 dovrebbero essere disponibili anche i dati relativi al biennio 2007 e 2008. È stato l’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, a prendere precisi impegni a tal proposito: «Questo lavoro diventerà da oggi in poi permanente e continuo. Il nuovo Registro Tumori permetterà di tenere sotto controllo la situazione di Taranto, comprenderne la sua evoluzione e accertare possibili nessi tra patologie tumorali e fonti d’inquinamento».

Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, considera urgente, e non più procrastinabile, «l’istituzione nel capoluogo ionico di un Dipartimento ambiente e salute, che coinvolga Università, Asl e Arpa, e di un laboratorio attrezzato per effettuare analisi e indagini specifiche». Per le associazioni ambientaliste, però, il rapporto presentato è carente dei cosiddetti dati disaggregati. «In questo studio - argomenta Alessandro Masrescotti, presidente di Peacelink - emerge solo un’informazione preliminare. Servono approfondimenti per capire l’impatto che gli agenti inquinanti hanno avuto sulle aree di popolazione più esposte. Mancano i dati disaggregati di quanti, per motivi di lavoro, entrano in contatto in maniera frequente e massiccia con i cancerogeni industriali.

Gli operai di Taranto è come se fossero desaparecidos per questa mappa del cancro». Di segno completamente opposto il giudizio di Giorgio Assennato, dg dell’Arpa Puglia e responsabile del Comitato tecnico scientifico del Registro Tumori Puglia: «Non posso che dirmi soddisfatto per l’istituzione di un Registro relativo alla sola area tarantina. Siamo in presenza di un sistema che ci consente d’incardinare in modo corretto l’attività di rilevazione. Il dato principale è l’estrema qualità dei dati, nettamente superiore a quelli in possesso da altri registri operanti in Italia» Il vecchio Ospedale Testa, intanto, un tempo ubicato in un’oasi verde, e oggi distante poche centinaia di metri dalla raffineria Eni e dallo stabilimento Ilva, dovrebbe diventare il nuovo Centro regionale per la qualità dell’Aria. Novità importanti per una città che combatte, quotidianamente, la sua battaglia contro l’inquinamento.

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