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martedì 12 giugno 2012

PORTO. ACCORDO TARANTO - CINA


La scorsa settimana, il Presidente dell’Autorità Portuale, Prof. Sergio Prete e il Segretario Generale, Dr. Francesco Benincasa, si sono recati in Cina, a Shanghai, per partecipare alla fiera “Transport Logistic China 2012” e ad una serie di incontri con la Port Authority di Shanghai ed operatori di rilevanza internazionale nel settore dello shipping.
La fiera è stata un’importante occasione per presentare il porto di Taranto ad operatori cinesi ed internazionali, oltre che per illustrare il potenziale di sviluppo e le possibilità di investimento che rendono lo scalo jonico il gate preferenziale per le merci da/verso l’Europa. Gli operatori cinesi ed internazionali hanno inoltre valutato positivamente la cooperazione già avviata con il porto di Rotterdam che ha fornito ulteriore senso di concretezza alle potenzialità di sviluppo del porto di Taranto.
In particolare, il Presidente ha incontrato i vertici dell’HPH di Shanghai che lo hanno accompagnato nella visita in uno dei loro terminal ed hanno presentato i progetti di sviluppo in Cina, con particolare riferimento all’area di Shanghai. Inoltre, il terminalista ha supportato il Presidente in un incontro organizzato con la compagnia di navigazione China Shipping (CSCL) con la quale si è discusso circa la possibilità di inserire Taranto tra gli scali delle proprie rotte.
Nel corso della missione, il Presidente ha, inoltre, avuto la possibilità di presentare il porto di Taranto anche alla SMTPA – Shanghai Municipal Transport and Port Authority – che è l’ente pubblico di governo del porto e il SIPG – Shanghai International Port Group – che, invece, è l’operatore privato, di rilevanza internazionale, che gestisce terminal in tutto il mondo ed investe nei settori in via di espansione.
In particolare, il Presidente ha proposto ai due enti di visitare il porto di Taranto e di cogliere tale occasione per avviare una proficua collaborazione, che coinvolga sia la parte pubblica che quella privata, mirante all’intensificazione dei traffici tra i porti di Taranto e Shanghai e alla valutazione di intervenire direttamente nei progetti di investimento del porto di Taranto.
La partecipazione alla citata missione ha segnato inoltre la conclusione del processo di collaborazione con il maggiore istituto universitario e di ricerca cinese. Il 7 giugno, infatti, l’Autorità Portuale di Taranto ha siglato un Protocollo di Intesa con il SISI – Shanghai International Shipping Institute – che rappresenta il maggiore istituto universitario pubblico cinese preminentemente  caratterizzato dall’eccellenza nelle attività di ricerca nel settore marittimo e dei porti, nelle attività di formazione accademica e delle comunicazioni. L’Istituto costituisce il riferimento assoluto nel mercato cinese ed internazionale nella definizione delle politiche e delle strategie del governo cinese, degli operatori privati e di tutte le compagnie di navigazione.
Considerate e valutate positivamente le potenzialità di sviluppo del porto di Taranto nel panorama europeo e mondiale, il SISI ha inteso coinvolgere lo scalo jonico e l’AP nel proprio network al fine di costruire un solido asse Cina-Italia che possa costituire il ponte per tutti i traffici commerciali sulla rotta Asia-Europa.
I vertici dell’Ente hanno accolto favorevolmente tale proposta ed hanno concordato di inserire nel protocollo di intesa quelle particolari attività che avrebbero nel tempo avuto riflessi positivi sull’intera comunità portuale. E’ con questo proposito che la cooperazione sarà incentrata sulle seguenti attività (da svolgere congiuntamente da AP e da SISI): miglioramento delle relazioni con i rispettivi governi ed offerta di proposte per gli stessi in merito a specifiche decisioni, al fine di espandere l’influenza dei firmatari del protocollo nel mercato dello shipping internazionale; cooperazione finalizzata ad organizzare corsi di formazione destinati a rappresentanti dei due Enti, eventi in cui docenti accademici di primo piano possono confrontarsi con il governo, le autorità portuali e i rappresentanti del commercio e dell’industria, oltre che svolgere ricerca accademica di rilevanza internazionale; costruzione di un network nel settore marittimo e dei porti, sia in Cina che in Italia, che incoraggi lo scambio di informazioni e di risorse umane in programmi di formazione; cooperazione per realizzare ricerche di mercato e raccolta di dati nei settori di riferimento.
Il SISI, infine, ha particolarmente apprezzato che, alla guida dell’AP di Taranto ci sia un docente universitario di diritto della navigazione ed ha proposto al Presidente di partecipare direttamente all’attività di ricerca scientifica dell’Istituto, nonché di rendersi promotore e coordinatore di un progetto di gemellaggio con l’Università locale.

lunedì 11 giugno 2012

CHIAZZE OLEOSE. FABIO MATACCHIERA CORREGGE IL SINDACO CHE SCAMBIA I DUE MARI DI TARANTO

Da sabato scorso circolano su Facebook  le immagini dell’ultimo inquietante video girato da Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina Onlus. Nel filmato viene immortalato lo sversamento di sostanze oleose nella zona prospiciente gli scarichi dell’Ilva in Mar Grande. Nelle immagini si vede l’ambientalista mentre raccoglie dall’acqua una fanghiglia sospetta che non si stacca più dalla bacinella.  
A distanza di due giorni, è arrivata la reazione del sindaco Stefàno con un comunicato stampa che conteneva nella prima stesura un errore: lo sversamento, infatti, veniva attribuito al Mar Piccolo, invece che al Mar Grande. Nel giro di qualche ora gli organi di informazione hanno ricevuto l’errata corrige. Riportiamo di seguito il testo opportunamente corretto.
“Ne vuole sapere di più il sindaco Stefàno della chiazza oleosa e schiumosa, molto estesa che è apparsa in Mar Grande in prossimità dei canali di scarico dell’area industriale. Del misterioso sversamento ne hanno dato notizia nei giorni scorsi i principali social network e la stampa locale su segnalazione di un video realizzato dall’ambientalista Fabio Matacchiera. Nei contenuti, a dire dell’ambientalista, si tratterebbe di acque contaminate o non trattate prima di essere scaricate, utilizzate nei processi produttivi dell’Ilva e delle altre industrie presenti nella zona interna.
Il sindaco, in considerazione della delicatezza e dell’importanza dell’argomento, per le sue ovvie implicazioni, si è rivolto alla Direzione Generale ARPA di Bari e al Dipartimento di Taranto, al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto e alla Questura locale, sollecitando, ciascuno per le sue specifiche attribuzioni, affinché si proceda con particolare urgenza alla verifica di quanto segnalato”.
Nel pomeriggio era intervenuto Matacchiera per segnalare l’inesattezza contenuta nel comunicato stampa del Comune. “Faccio presente -- si leggeva in una nota pubblicata su Facebook -- che il sindaco di Taranto non ha ben compreso che gli scarichi delle acque di raffreddamento delle grandi industrie non si trovano in Mar Piccolo, ma subito dopo e a ridosso della rada di Mar Grande (oltre zona Punta Rondinella). Nel Mar Piccolo ci sono solo le idrovore di captazione delle acque e non di scarico dell’Ilva di Taranto. Faccio presente di NON AVER MAI dato notizie che gli sversamenti verificatisi sabato scorso fossero avvenuti in Mar Piccolo ed invito il sindaco ad approfondire e a documentarsi meglio su queste questioni.

L'INGEGNERE ILVA CHE PARLO' DELL'ACQUA PURA

Peppe Carovigno, incuriosito dall'enorme quantita' d'acqua che sparavano sulle strade dell'Ilva il giorno del "PORTE APERTE" , pone una domanda all'ingegnere Cicerone.
La risposta, ormai famosa, la sappiamo tutti....mentre la vera l'abbiamo vista la mattina del 9 Giugno.

MATERA (ITALY)

Matera e' un esempio, unico al mondo, di insediamento rupestre.I Sassi sono una città completamente ricavata nella roccia, un insieme di grotte sovrapposte l'una sull'altra, un'incredibile scultura.
Rappresentano un'opera d'arte alla cui realizzazione hanno partecipato centinaia di migliaia di artisti accomunati da un unico obiettivo: sopravvivere con quello che la natura offriva loro.
GIOVANNI MAIMONE

domenica 10 giugno 2012

EMILIA ROMAGNA. ANCORA SCOSSE DI TERREMOTO

Sette scosse, tutte intorno al grado 2 della scala Richter, sono state registrate in Emilia tra la mezzanotte e le 7 di questa mattina, secondo i rilievi dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La prima subito dopo mezzanotte (del 2.1), poi all'1.10, (del secondo grado), alle 3.33 (del 2.3) e subito dopo, alle 3.35, del 2.4. Meno di due ore dopo, alle 5.14, i sismografi hanno registrato un altro movimento del 2.1, seguito alle 5.39 da un sesto, anch'esso del secondo grado. Infine alle 6.05, un nuovo, lieve, sisma, di magnitudo 2.2.
Dopo l'Emilia, con morti e tanti danni, a tremare due notti fa sono state le Prealpi venete e uno spicchio di Friuli a cavallo del "sismico" bosco del Cansiglio. La scossa - magnitudo 4.5 alle 4.04 a 7,1 chilometri di profondità - per l'Ingv non è legata al terremoto emiliano. Non ha prodotto danni ma tanta paura, al punto che molta gente si è riversata in strada. L'epicentro è stato, nella conca dell'Alpago, in prossimità dell'antico paesino di Chies (1.460 abitanti) che venne pressoché abbattuto, come molte altre località della zona a cominciare da Pieve, il comune principale, dal terremoto nel 1936, di magnitudo 5.9.La scossa è stata avvertita fino a Trieste. La conca dell'Alpago, a pochi chilometri dal confine con il Friuli, a ridosso del bosco del Cansiglio, ha conosciuto il terremoto fin dal 217 a.C. e dal 1392 ad oggi sono stati almeno 36 gli eventi sismici importanti, se non distruttivi, documentati. Gli epicentri sono stati per lo più nella zona di Chies (4), come quello di questa notte, ma anche nella vicina Tambre (3) così come ad incidere sono stati i sismi provenienti dalla friulana Claut (4) di cui l'ultimo nel 1996. Dopo l'allarme e la paura, sono scattati i controlli ma i vigili del fuoco, la Protezione civile e l'Enel (in zona ci sono una serie di bacini idrici e centrali) non hanno segnalato danni di rilievo.
"C'é qualche cornicione che manifesta delle crepe, qualche copertura da verificare e qualche camino che può cadere - dice Loredana Barattin, sindaco di Chies - ma nella sostanza di danni non si può parlare. Un po' più critici alcuni rari, vecchi edifici alle pendici del monte Teverone, ma anche in questo caso nulla di preoccupante". Da parte su Luca Zaia, Governatore del Veneto, sottolinea che "quanto successo non è un evento straordinario, anche se un sisma fa sempre paura e noi continueremo come sempre a informare i cittadini proprio perché possano tutelarsi al meglio contro i possibili effetti, sapendo che le regole di autoprotezione sono le più efficaci e comunque sia le prime da applicare". "E' la terra che si sta 'stiracchiando', ci dice di fare attenzione. Vediamola così, poeticamente" è il commento dello scrittore-scultore-alpinista Mauro Corona che vive a Erto (Pordenone) in Valcellina. "Io non ho paura. I tecnici e i geologi si arrogano l'illusione di sapere cosa c'é nel 'cervello' della terra - aggiunge -. Ma si capisce che lei ci sta mandando chiari segnali".

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