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giovedì 31 gennaio 2013

L'ILVA CONVOCA I SINDACATI PER LA RIPARTENZA DEI PICCOLI IMPIANTI


L’Ilva ha convocato nel pomeriggio di oggi i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm per prospettare la ripartenza di due piccoli impianti: si tratta dell’ex Sidercomit e di un altro impianto che è sulla via per Statte. Il primo effettua lavorazioni collaterali per il Pla, produzione lamiere, mentre il secondo realizza fasce in polietilene per i tubi fabbricati dal tubificio Erw la cui ripartenza è stata già annunciata dall’Ilva per lunedì prossimo.
“Si tratta di piccoli passi avanti considerato che i due impianti, complessivamente, assorbono una trentina di unità, anche se si tratta di vedere quanti turni di lavoro dovranno essere effettuati, ma questo ce lo dirà l’azienda oggi – dichiara Vincenzo Castronuovo, della Fim Cisl Taranto -. Non sono, è ovvio, grandi numeri ma sono pur sempre dei segnali che qualcosa comincia a muoversi”.
E oggi intanto, sottolineano fonti sindacali, si fermano anche le batterie 3 e 4 che lavorano per l’altoforno 2: “qui abbiamo 38 esuberi di cui 24 addetti alle macchine e 14 ai coperchi. Questo personale – dice Castronuovo – per ora andrà a smaltire le ferie arretrate. Chi non dovesse avere ferie, ruoterà con i colleghi di altri reparti”. “Per i lavoratori che diventano esuberi temporanei man mano che va avanti l’attuazione dell’Autorizzazione integrata ambientale rendendo quindi necessario fermare gli impianti, non c’è, al momento, nessuna cassa integrazione. Ecco perchè – afferma Castronuovo – è opportuno il confronto con l’Ilva per capire come si strutturerà la cassa.
Non c’è alcun dubbio, infatti, che i sindacati vogliono che l’azienda risani la fabbrica e rispetti l’Aia nelle sue prescrizioni, ma dobbiamo anche essere consapevoli che la messa a norma ambientale degli impianti provocherà in diversi casi la loro fermata e quindi occorrerà gestire il personale che diverrà inattivo. Ecco perchè serve un piano dell’azienda cui agganciare la cassa integrazione per ristrutturazione industriale”.    E proprio oggi i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno avanzato questa richiesta all’Ilva, sollecitando anche garanzie sul pagamento degli stipendi di febbraio che sono in scadenza il 12 febbraio prossimo.
Oggi pomeriggio, infine, l’Ilva proseguirà il confronto a Palazzo Chigi con i ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico al fine di trovare una via d’uscita alla crisi considerato che non ha ottenuto il dissequestro vincolato delle merci che, in caso di via libera da parte dei giudici, sarebbe stato finalizzato al pagamento delle retribuzioni e agli interventi dell’Aia. (Agi)

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