Il
provvedimento consente l'utilizzazione degli impianti non al fine della
produzione ma affinché‚ si facciano i lavori di messa a norma». Lo dice
il procuratore di Taranto Franco Sebastio sottolineando che «l'impianto
accusatorio è stato confermato». «La finalità del provvedimento è fare i
lavori, non è produrre e lavorare - aggiunge -. Questa, semmai, potrà
essere una conseguenza indiretta». In sostanza, dice ancora il
procuratore, il Riesame ha confermato che i tre ingegneri nominati dal
gip dovranno coordinare e dirigere gli interventi per la messa a norma
degli impianti, garantendo la sicurezza degli stessi e il loro utilizzo
primario proprio per eliminare quelle situazioni di pericolo che hanno
portato al sequestro. Anche la nomina «a custode e amministrat ore
delle aree e degli impianti in sequestro» del commissario dell'Ilva
Bruno Ferrante, dice Sebastio, ha una sua logica: spetta infatti
all'azienda finanziare i lavori di messa a norma. «Il provvedimento -
ribadisce - consente l'utilizzazione degli impianti non al fine della
produzione ma affinché si facciano i lavori di messa a norma. Il che è
logico perché‚ nel momento in cui si devono fare i lavori l'impianto
deve funzionare altrimenti non si può verificare se questi sono stati
fatti». Ora dunque, sostiene la procura, la palla passa in mano
all'Ilva. «Se l'azienda, per mera ipotesi, dicesse "non intendiamo
collaborare", allora dopodomani si chiude».